“Ehi, ricordatevi domani avete il noiosissimo ed inutile corso di formazione per lavori in quota, visto che sapete già fare.”

15 Febbraio 2024
15 Febbraio 2024 sviluppati_master

La Formazione – Sicurezza sul Lavoro

Quanti lavoratori, nel leggere questa frase, reagiscono con entusiasmo? E quanti, invece, la interpretano come l’annuncio di una giornata persa tra slide e aule?

“Ah, domani posso dormire in aula!” o “Ecco, altro tempo e denaro sprecati per riscaldare una sedia” sono frasi che troppo spesso sentiamo.

C’è chi vede la formazione come un inutile spreco di risorse, sia in termini economici che di tempo, e chi addirittura dubita dell’esperienza del formatore “in giacca e cravatta”.

Perché accade questo?

Il pregiudizio che la sicurezza si apprenda esclusivamente sul campo e non attraverso lezioni specialistiche è il nostro peggior nemico con due grossi alleati: Formatori che non riescono a connettersi con i discenti, che si limitano a leggere slide senza interazione ed una formazione monotona e poco incisiva.

Come possiamo aspettarci coinvolgimento quando alcuni colleghi formatori sembrano non avere una reale comprensione pratica di ciò di cui parlano?

Affrontiamo ora il paradosso della “giacca e cravatta”

Perché mai un docente che in aula veste elegante non saprebbe guidare un escavatore? Perché automaticamente un “giovane” deve per forza essere meno preparato di un “anziano esperto”. Tante volte giudichiamo chi è dietro la cattedra senza mai dargli la possibilità nemmeno di ascoltare quello che ha da dirci o metterlo alla prova durante una esercitazione pratica… e attenzione, spesso avviene il contrario!! Una laurea, un titolo o una specializzazione non garantiscono in automatico una conoscenza reale del mondo del lavoro e questo crea i danni più grossi minando la credibilità dell’intero settore. Personalmente trovo molto stimolante pormi in ascolto di chi ho davanti: ogni giorno posso imparare dalle esperienze di chi mi siede in aula, che sia un dirigente di una multinazionale o che sia un operaio straniero venuto a lavorare in Italia.

Cosa possiamo fare per rendere le ore di formazione un vero investimento nella sicurezza?

Come possiamo far sì che i discenti ritornino in azienda non solo contenti ma anche arricchiti da nuove nozioni e chiarimenti? E non sarebbe forse più produttivo introdurre tecnologie all’avanguardia, come la realtà virtuale, per rinvigorire l’apprendimento?

Introdurre nuove tecnologie e nuove metodologie “svecchiano” il modo di fare corsi di formazione, la realtà virtuale, esercizi esperienziali, mattoncini da costruzione, giochi di ruolo e chi più ne ha ne metta servono perché bisogna stimolare la curiosità e la voglia di partecipare al processo nel discente. Ritengo che il risultato migliore si abbia associando tutti i modi predetti ad un ampio spazio di addestramento pratico: le parole volano, la pratica resta. I discenti vedono e provano quello di cui si è discusso durante la lezione, “testano” se il docente ha competenza nel loro mondo del lavoro, provano nuove tecniche o materiali da proporre quando torneranno in azienda per un miglioramento continuo.

Quando il cambiamento in aula avviene, i discenti si aprono e partecipano.

Quale pensiero vogliamo trasmettere?

La vera misura del successo di una formazione è la sua capacità di innescare un cambiamento di mentalità nei partecipanti. Non si tratta solo di insegnare a lavorare in sicurezza, ma di comprendere che nessun guadagno può compensare un infortunio. Tornare a casa sani e salvi dovrebbe essere la ricchezza più grande per ogni lavoratore. Ecco il messaggio che noi come formatori dovremmo instillare e che speriamo diventi un valore condiviso quando i nostri figli entreranno nel mondo del lavoro.

 

Diteci la vostra